Pane Sardo: dalla tradizione alla tavola

Come le altre regioni, anche la Sardegna ha una lunga storia di tradizioni, che non si ritrova solo nei formaggi e nei vini, ma anche nel pane… e in particolare nel più amato e famoso Pane Sardo: il Carasau.

 

PANE SARDO CARASAU

“Carasau” deriva dal verbo sardo “carasare”, che significa “abbrustolire”. Questo pane si trova generalmente sotto forma di dischi sottilissimi e la sua particolarità è che viene tostato: subisce una doppia cottura, che gli conferisce una croccantezza unica e una conservabilità molto lunga.

Con il processo di tostatura, fase in cui il pane viene rimesso in forno per una seconda volta, viene eliminata gran parte dell’acqua contenuta nel pane, ottenendo un prodotto asciutto e croccante che può durare fino a 180 giorni.

Storicamente, questo pane sardo nasce come cibo per i pastori sardi. Infatti, le caratteristiche del pane carasau, ovvero la sua lunga conservazione e il suo grande apporto energetico, lo rendevano l’alimento ideale per i pastori durante i periodi di transumanza, quando dovevano rimanere lontani da casa per diverse settimane.

COME SI PREPARA IL CARASAU?

Tradizionalmente, il pane carasau veniva preparato dalle donne sarde con l’aiuto di amici e familiari. Oggi viene preparato prevalentemente a livello industriale seguendo 4 fasi produttive ben precise contenute nel ciclo chiamato “Sa cotta”.

Il lievito viene sciolto nell’acqua e impastato a lungo con la farina in un recipiente di legno.

L’impasto viene lasciato lievitare per mezz’ora, poi viene diviso in più pagnotte stese a forma di disco, che vengono poi coperte e lasciate lievitare per altre 2 ore.

I dischi vengono cotti in forno a una temperatura di 500°, quando si gonfiano vengono divisi in due diverse sfoglie.

Infine, i dischi vengono tostati (ancora una volta in forno) e, una volta raggiunta la giusta doratura, vengono impilati uno sull’altro.

Sebbene la ricetta del Pane Carasau richieda pochi ingredienti, la sua lavorazione è lunga e complicata e richiede una certa maestria che solo i fornai sardi locali possono garantire.

 

UNA VARIANTE DEL CARASAU: IL GUTTIAU

Il guttiau è una variante più saporita e gustosa del pane carasau, in quanto viene condito con olio d’oliva e leggermente salato in superficie prima dell’ultima tostatura in forno. 

Il nome stesso significa “sgocciolato” a causa di questo processo, e dopo aver terminato la tostatura, quando è ancora caldo, viene cosparso di sale per renderlo ancora più gustoso.

COME MANGIARE IL CARASAU E IL GUTTIAU

In generale, il pane carasau si consuma sia al naturale, per accompagnare piatti dolci o salati, sia immerso nell’acqua, diventando il pane “infutsu”, più morbido e ideale per essere farcito con carni o formaggi. Può essere utilizzato in molte preparazioni, dagli antipasti ai primi piatti, fino ai dolci… dalla Lasagna, alla Millefoglie questo pane sottile ha molti volti!

Dall’altra parte, il Guttiau, più saporito del carasau, va mangiato così com’è, magari accompagnato da Pecorino Sardo e Salsiccia Sarda.

Nel dialetto sardo c’è un proverbio che dice “pane et casu e binu a rasu”, cioè “pane, formaggio e bicchiere pieno”… abbina questi tre prodotti e troverai la felicità!